12 Luglio 2025

Ettore Marino

Fragmenta

Parla così!

di

Ettore Marino

Cesare stringe in pugno il discorso di ognuno. La voce sua è piombo fuso in ogni altra gola. A Cesare sia dato sempre ciò che gli è dovuto. L’ultimo Cesare d’Italia si chiamava Benito da Predappio. Che sia stato zittito da quasi otto decenni è una felicità cui sono troppo avvezzo per poterla avvertire come goduria attuale, né appartengo alla schiera di chi detta goduria rinnova in ogni salotto fingendo quasi di avere combattuto di persona una lotta cui l’anagrafe lo danna ad aver solo letto o sentito narrare. Continua a leggere…

Letteratura

Vagabondando in un epistolario

di

Ettore Marino

Come pochi, e con rabbiosa inconcussa certezza, Gustave Flaubert sapeva che l’Arte è un altro mondo. Non è la Verità. Non è la Vita. Deve perciò giustificarsi da sé sola. Sognò un libro sur rien (“su nulla”), privo di ogni ancoraggio, bello soltanto del suo stile. Mai lo tentò. Tenne degno di stampa soltanto ciò che scrisse da Madame Bovary in poi, e cioè quattro romanzi, compreso l’incompiuto Bouvard et Pécuchet, tre racconti, un poema in prosa, tre pièces teatrali. Postuma conoscerà la stampa l’opera giovanile. Postuma, è ovvio, la sterminata Correspondance. Continua a leggere…

Letteratura

Tre storie e mezza e una richiesta

di

Ettore Marino

Prima storia. Inghilterra, pochi anni prima dello scoppio della grande guerra.  Lord Guildroy (così mi pare che si chiamasse e così tento di scriverlo) è un giovane e sensibile proprietario terriero. Lavora per lui un contadino di cui non ricordo affatto il nome e che pertanto chiamerò Queltale. Guildroy ama, riamato, una dolcissima ragazza bionda. Sposa invece una bruna: fascinosa nervosa misandra. Continua a leggere…

Letteratura

Dal corpo di Lucrezio

di

Ettore Marino

Concepito a fugare ogni angoscia squadernando, illustrando, martellando la scienza che un greco aveva offerto agli uomini perché avessero pace, il poema di Lucrezio, per tutto il corpo dei suoi versi, lascia rincorrersi due voci, una di pena e una di vittoria, e tu non sai a quale hai da porgere orecchio. La scienza è quella di Epicuro. Nel vuoto, gli atomi vanno eternamente, secondo linea retta. Un inatteso scarto di questo o quell’atomo consente aggregazioni, e ne nascono i mondi. Perire, è il disgregarsi degli atomi. Perituro è ogni ente, ogni mondo. Immortali gli dèi, beati perché indifferenti; immortali, poiché indistruttibili, gli atomi stessi. Continua a leggere…

Letteratura

Due ruote, un uomo, una fetta di mondo

di

Ettore Marino

L’Italia è una non da molto, Umberto I regna ancora, Milano prende con timidezza a debordare oltre la cinta delle mura, e un ragazzetto s’infoca d’amore per il velocipede. Il ragazzetto è Eberardo Pavesi, nato a un tiro di schioppo da Milano nel Novembre del 1883. Pioniere del Ciclismo, vinse una Roma-Napoli-Roma, un Giro dell’Emilia, alcune tappe al Giro d’Italia e, con la compagine dell’Atala, il Giro stesso nel 1912, unico anno in cui la vittoria sia stata attribuita non già al singolo ma, appunto, alla squadra. Stabilì il primato nazionale dell’ora e fu il primo italiano a riuscire a portare a termine il proibitivo Tour de France. Continua a leggere…